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lunedì 20 ottobre 2014

Thornbridge Saint Petersburg, nera imperiale.

di Diego DeLa





Come spesso accade, con il volgere al termine della stagione estiva e i primi freddi che si presentano, rigorosamente accompagnati da nuvole e pioggia, l'occhio in cantina  cade sonnolento su qualcosa di meno brioso e più rassicurante. Ad un tratto mi trovo ad abbandonare i colori brillanti ed opalescenti delle birre che mi hanno accompagnato sotto il sole e, sempre più spesso, si affacciano dalla pinta  più tinte che vanno dall'ambrato al nero scuro, scurissimo. Probabilmente Caterina II di Russia, vivendo in lande non propriamente assolate la pensava come me, visto che ha finito per influenzare i birrifici anglosassoni da cui si faceva spedire la birra di cui era ghiotta. 

La Russian Imperial Stout nacque, infatti, come birra da esportazione  verso lassetata corte Russa, e fu precisamente il birrificio londinese Thrale, intorno al XVIII secolo a creare questa birria dal contenuto alcolico importante che sarebbe servito a mantenere l'integrità organolettica del prodotto fino al termine del lungo viaggio. Col tempo, il prefissio Russian venne progressivamente abbandonato, poi ripreso, poi abbandonato e così vìa, esattamente come lo stile fu approfondito e reinterpretato in maniera a volte estrema, celebri le colate di catrame liquido che ogni tanto arrivano dal nord Europa, ma quella che abbiamo quì è, invece, una sorta di personalizzazione ad opera di uno dei migliori birrifici della new wave inglese.
La ricetta originale fu stilata dai mastri birrai Stefano Cossi e Martin Dickie (quì trovate la ricetta, data direttamente dal birrificio ad un homebrewer che ne fece richiesta), nel bicchiere si presenta nera, impenetrabile, con la schiuma beige, fine e persistente, effetto cappucino.
Al naso colpisce per un ottimo aroma fruttato che vira verso il mandarino e  un leggero agrumato che si va a sposare benissimo con le note tostate di caffè e fave di cacao, mentre un leggero sentore minerale riporta il tutto in territorio inglese. L'aroma è finemente strutturato, pulito e molto elegante.
In bocca il  corpo è medio e la carbonazione vivace (anche troppo a dir il vero) e la birra si ripresenta un ottimo equilibrio tra un attacco leggermente agrumato ed un tostato, qui molto più presente, che ci porta dal caffè ad un finale, lungo e persistente caratterizzato dalla liquirizia. L'alcol è molto ben nascosto, sia al naso che in bocca.
Una birra dall'equilibrio e dalla pulizia impeccabile, senza troppi fronzoli, che riesce a mantenere viva la tradizione coniugandola con la modernità in maniera esemplare. L'abbinamento ce lo giochiamo semplice : torta Sacher e via.

6 commenti:

  1. Ok Diego,
    la Sacher l'ho ordinata! adesso procurati una Saint Petersburg che proviamo l'abbinamento, sono curiosissimo!

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  2. molto buona. assaggiata un mese fa con mousse di cioccolato in accompagno. [dovrebbero averne da bir flut a rivoli].

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    1. si penso sia disponibile al bir e flut, altri posti in questo momento non me ne vengono in mente

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  3. Ma oltre che con i dolci con quali altri cibi si può abbinare?

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    1. guarda, essendo una birra in cui il torrefatto la fa da padrone, con un bel corpo e una discreta presenza d'alcool sicuramente si va a sposare bene con formaggi blue per cui gorgonzola, carni alla griglia, salmone.
      Se vuoi andare sul vegetale le cose si fanno un pò complicate, per contrasto proverei con la dolcezza degli asparagi, magari in un risotto cremoso che contenga anche un bel formaggio di carattere.

      altro abbinamento abbastanza tipoco sarebbe con le ostriche, però questa me la vedo un pò troppo fruttata come birra per sosstostare alle regole classiche

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