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venerdì 17 ottobre 2014

Grüne Libelle, Sauvignon Blanc, Steireland, weingut Andreas Tscheppe

di Daniele Tincati




Nel giro di pochi giorni mi sono capitati davanti due Sauvignon spettacolari e decisamente “atipici”.
Dopo il Sauvageonne di cui ho parlato qualche tempo fa, ora questo.
Proviene dalla Stiria, una regione austriaca, ma di più non so.
I vini austriaci sono poco conosciuti in Italia, e io sono tra quelli che non conoscono nulla, o quasi.
Il produttore è un’associato di Vinnatur ed ho conosciuto i suoi vini un paio di anni fa alla fiera che l’associazione tiene in Aprile a Villa Favorita, in un paese in provincia di Vicenza.
Assaggio casuale, quelli che spesso riservano le sorprese migliori, attirato dalle splendide etichette raffiguranti principalmente insetti.
Incuriosito dall’originalità dei prodotti, mi sono procurato qualche bottiglia.
Quell’anno, come lo scorso, i vini in assaggio erano solo campionature in attesa dell’imbottigliamento ufficiale.
Si sentiva un gran potenziale, ma non pensavo si arrivasse a questa qualità.
La particolarità della bottiglia in questione è dovuta sicuramente alla brillante e costante evoluzione nel bicchiere dopo l’apertura.
Il vino, a qualche settimana dall’assaggio della fiera, si presentava in riduzione, probabilmente ancora in movimento dopo l’imbottigliamento.
Dopo più di un anno in cantina, alla stappatura è quasi frizzante, senza però rilasciare sentori sgradevoli di riduzione.
Forse carbonica residua, o una leggera rifermentazione, non so, non sono mica enologo.
Sta di fatto che presenta, soffusi, sentori di vaniglia, qualche nota vegetale piccante e sbuffi pietrosi.
E' chiaro che è un po' chiuso.
In bocca è però bellissimo, la leggerissima carbonica si perde roteando il bicchiere.
La morbidezza si stempera in una freschezza vivissima, ma godibilissima.
La differente acidità è quello che più mi piace di questi vini.
E' notevole la differenza con altri, tra cui Sauvignon, la cui acidità è eccessiva, quasi sgradevole, anche a distanza di anni dopo l'imbottigliamento, quando dovrebbe essere in calo.
Devo attendere un paio di giorni per godermi il meglio dei profumi del Grüne Libelle.
La pesca bianca è il top di questo vino, per un attimo mi sembra un succo anche questo, tale è l'intensità del frutto, che si amplifica in bocca, anche se l'alcool si sente un pochino di più rispetto al Sauvageonne.
Frutta tropicale, tra cui il mango bello nitido, vegetalità quasi aromatiche di alloro e un che di balsamico, completano il quadro olfattivo, senza dimenticare una mineralità di fondo sempre presente.
Sembra quasi superfluo dire che è intenso in bocca, decisamente lungo, e lascia un bel ricordo fruttato.
Perfetta la tenuta alla lunga, non ho percepito nessuna alterazione gustativa, anche dopo alcuni giorni, con solo poco vino rimasto.
Adesso mi resta un altro Sauvignon ed uno Chardonnay che già pregusto, ma non mi attento ad aprire perché il tappo si è alzato almeno cinque millimetri.
Deve essere stata un'annata problematica la 2011 per quelle zone, ma se il risultato è questo....
I 2012 assaggiati erano decisamente differenti, ma sempre interessanti, e sarei curioso di sapere come sono ora.
Unica nota dolente, i prezzi non proprio popolari, ma comunque in linea con prodotti di pari livello, anche se magari più conosciuti.
Salute.


resenta, soffusi, sentori di vaniglia, qualche nota vegetale piccante e sbuffi pietrosi.ilasciare sentori sgr

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