Pagine

venerdì 1 agosto 2014

quando andate in vacanza, portate il vostro vino?


E’ nato un piccolo dibattito fra gli amici del bar, dalla domanda: “quando andate in vacanza, vi portate il vino?”.
Niccolò sostiene che sarebbe buona cosa mescere il vino locale, anche se poi si porta il vino nel suo eremo estivo. Andrea si pente di non essersene portato. Mauro carica la macchina di bottiglie sino al tettuccio. Riccardo va in vacanza dai vignaioli per cui non ne porta…molto ma qualche bottiglia di rifermentati sì! Vittorio il più etico di tutti che viaggia libero da pesi fisici e mentali, nel pieno stile Goano facendo autostop e usando treni e autobus ovviamente non porta nulla di pesante, Daniele viaggia leggero anche lui, manca all’appello Eugenio che secondo me si porta sempre dietro qualcosa, non si sa mai cosa possa succedere!

Di solito io non portavo nulla, neanche una bottiglia, demandavo al territorio in cui mi trasferivo durante le mie vacanze, la fornitura di vino.
Quest’anno invece mi sono caricato alcune bottiglie, non avevo intenzione di muovermi molto, niente macchina, spostamenti ridotti all’osso, solo riposo.
Fra questi vini ho preso un paio di rifermentati che mi sono subito goduto molto con i prodotti del territorio modicano (compreso il mare) gli abbinamenti sono stati molto convincenti al punto che mi sono posto la domanda su quanto gioverebbero, alla cucina siciliana, i vini rifermentati bianchi e perché no! Anche rossi.
C’è una cronica mancanza siciliana di vini bianchi leggeri e frizzosi che dissetino senza alcol e glicerina soverchianti, da abbinare alla pletora di street food e al pesce, infatti, spesso, gli autoctoni bevono in estate birra che si addice di più a cibi leggeri ed estivi.



Certo è che abbinare una scaccia ad un ortrugo frizzante potrebbe generare una sindrome di Stendhal.
Comunque sia, questo piccolo dibattito ha portato alla luce la capacità e la vocazione del vino a viaggiare sia fisicamente ma soprattutto gastronomicamente e come sappia esaltare sapori lontani dalla tradizione che lo ha generato, il vino è glocal ed è sempre stato così, i nobili hanno sempre consumato vini provenienti da luoghi molto lontani e le tanto adorate barrique sono nate proprio per esigenze di trasporto piuttosto che per l’affinamento.

Niccolò dice:
“C'è poi anche la componente di bere in contesti diversi. Tipo sentire un rifermentato dopo una giornata di mare!”.

“Ieri roncaie (Menti, Roncaie sui lieviti 2012) sui lieviti con affettati corsi e crose hermitage (Dard e Ribò) su tajin di agnello fatta da una magrebina del posto, abbinamenti super azzeccati. Crozes pardon”.

Io gli ho risposto:
“il sauvignon di Marco (Crocizia Sol e Steli 2012) con i gamberi freschi e il profumo di salsedine è stata una esperienza nuova, elettrizzante così come sbocconcellare una provola fresca e bere del Ripa Sopravento di Graziano al punto che ho pensato: "alla cucina siciliana mancano vini così che la esaltino"”

Adesso preparate una cassettina di vini da disimpegno da portarvi in spiaggia.
Kempè


Luigi

Nessun commento:

Posta un commento